I gufi, la neve ed i fotografi

All’inizio del mese di dicembre un amico mi dice che nella bassa parmense è stato avvistato un numeroso roost di gufi di palude. Memore della bellezza del soggetto che avevo visto e fotografato nel Mezzano mi attivo per avere qualche informazione sulla reale posizione del gruppo.

Con un po’ di esitazione e mille raccomandazioni di non divulgare la notizia, un birdwatcher della zona mi indica esattamente il luogo dove sono soliti cacciare. Passano giusto un paio di giorni prima che possiamo andare a fare il primo sopralluogo. Nonostante le raccomandazioni, quando arriviamo nella stretta stradina di campagna, troviamo già quattro macchine in fila ed in attesa che i gufi si facciano vedere.

Il posto è bello, gli spazi sono ampi e quindi si potrebbero fare delle ottime foto. Purtroppo nessuno ha pensato di mettere un posatoio e quando, finalmente, il più confidente dei gufi (uno splendido maschio) decide di avvicinarsi, si posa sull’asse metallico del chiusino del fosso. Scatto qualche foto ma già so che non le scaricherò neppure.

Dopo qualche giorno, siamo ai primi di gennaio, con un paio di amici ritento ma la situazione è più o meno la stessa. I gufi non sembrano gradire troppo la presenza abbastanza nutrita delle persone e quindi si mostrano poco e verso il crepuscolo. Me ne vado con qualche scatto (che ancora una volta cestinerò) e la consapevolezza che, con le condizioni favorevoli, si può davvero fare qualcosa di buono.

Ed è proprio per questo che la mattina successiva, nonostante il freddo provo per l’ennesima volta. Quando arrivo all’inizio della stradina trovo la neve della notte ancora intatta. Ottimo, significa che nessuno si è ancora avvicinato. Punto il binocolo verso l’ormai famoso chiusino e lo spettacolo che ho davanti è davvero incredibile. Ventisei gufi di palude stanno volando in caccia, mai visto nulla di simile.

Mi avvicino con molta calma, come era prevedibile si allontanano ma bastano una decina di minuti perchè siano di nuovo a volteggiare sopra la mia testa. Non so da che parte guardare (ed ovviamente scattare). Il gufo “confidente” fa avanti e indietro dal posatoio, è un vero spettacolo. E’ talmente tranquillo che quando un movimento lo attira nel fosso vicino alla mia auto, non esita e lo trovo talmente vicino da rischiare di non riuscire a mettere a fuoco. L’arrivo della seconda e poco dopo della terza macchina non sembra spaventarlo troppo ma allontana il resto del gruppo… purtroppo il momento magico è finito.

Così come è finita la pace, soprattutto durante i fine settimana, per questi splendidi uccelli.

Un ragazzo conosciuto sul posto mi aggiorna costantemente della situazione. Le scene che mi racconta sono davvero incredibili, con la strada chiusa da cumuli di neve ci sono state anche quindici o venti persone schierate dietro ai loro cavalletti senza nessun tipo di schermatura, o c’è chi ha montato il capanno proprio nel bel mezzo del loro campo di caccia. Purtroppo la notizia della loro presenza si è sparsa un po’ ovunque e non tutti coloro che si sono avvicinati lo hanno fatto con il giusto rispetto.

Sono tornata dai gufi la scorsa settimana, sarà quasi sicuramente l’ultima visita. Ho avuto la fortuna di trovare ancora la neve e solo un altro fotografo. Manca qualche scatto che avrei voluto fare ma penso di non potermi lamentare.

Per evitare di attirare l’attenzione sui gufi non ho pubblicato nessuna foto sino ad ora… ma ormai  la loro posizione è diventa un po’ il segreto di pulcinella e quindi posso almeno condividere le immagini e spero anche un po’ di emozione, con chi è arrivato sino qui. Mi scuso sin da ora se le foto sono tante, ma non sapevo proprio quale omettere.

Gufo di palude

  (cliccando sulla foto potete vedere la mia “non piccola” galleria)

 

 

Il bandito del canneto

I pendolini sono facilmente riconoscibili proprio per la banda nera che sembra quasi una maschera, vivono vocianti in prossimità dell’acqua sia essa di lago, di fiume o di un semplice canale. Devono il loro nome al caratteristico nido a forma di fiasco che costruiscono, prima il maschio e poi la femmina, appeso saldamente all’estremità di un ramo pendente.

Solitamente sono abbastanza socievoli, tranne quando si tratta dei canneti in prossimità di casa mia. Per questo, per poterli ritrarre abbastanza bene mi sono spesso fatta un po’ di chilometri, ma ne è valsa sempre la pena non solo per gli scatti ma perchè trovarsi quasi circondata da questi piccoli batuffoli è davvero un’emozione.

 (cliccando sulla foto potete vedere la mia piccola galleria)

Un piccolo omaggio

Le Lycaenidae sono tra le più comuni e più piccole farfalle, sono macchie di colore arancio, azzurro, grigio perla quando si vedono volare indaffarate da un fiore all’altro ma diventano invece molto più anonime quando sono a riposo, probabilmente per evitare di essere notate dai tanti predatori. E spesso sono poco visibili anche per chi le cerca per far loro qualche foto.

Ci sono momenti però in cui sembra che, così come capita per molti uccelli, scelgano un unico luogo per riposarci creando dei veri e propri dormitori tra i fili d’erba o le spighe. Unico problema è che basta che una si spaventi e le vedi volare via tutte il un secondo.

Ho raccolto un po’ degli scatti che ho fatto loro nel corso degli anni, sperando di far loro un piccolo omaggio mostrando la perfezione e la delicatezza di questi piccoli e graziosi lepidotteri.

(cliccando sulla foto potete vedere la mia piccola galleria)

Le stagioni… dei verdoni

I verdoni sono tra gli amici che già da qualche anno, dall’autunno all’inizio della primavera, sono ospiti del piccolo giardino condominiale che è proprio sotto le finestre del mio appartamento.

Sicuramente il merito di queste visite va alle mangiatoie dove trovano sempre un’abbondante dose di semi ma forse anche al giardino adiacente, per anni disabitato e quindi ottimo luogo per ripararsi nei periodi peggiori.

Arrivano in piccoli gruppi ed osservandoli un po’ è evidente che ogni gruppo ha un suo leader, quasi un piccolo despota disposto a litigare con tutti pur di accaparrarsi la sua abbondante dose di semi. Eh si, perchè anche se sono abbastanza piccoli sono dei divoratori famelici e, a differenza degli altri ospiti, si posizionano dentro la mangiatoia e non lasciano la posizione se non dopo aspre liti.

Riprenderli non è facile come potrebbe sembrare, la mia porzione di giardino è piccola, delimitata da una recinzione e, praticamente sempre in ombra. Per questo ogni tanto ho invaso il giardino del vicino, con cui avevo stretto una specie di patto, io controllavo che non si insediassero indesiderati ospiti nella sua casa vuota ed in cambio potevo approfittare del suo spazio.

Le cose purtroppo ora sono cambiate, la proprietà è stata venduta e la casa “ristrutturata”. Ho usato le virgolette perchè il vecchio prugno ricoperto di muschio e spesso visitato da un picchio verde è stato abbattuto, il prato è stato sostituito da una spianata di sassi e non c’è più traccia dei cespugli dove si nascondevano cinciarelle, cinciallegre, capinere ed a volte anche i luì.

Spero che i miei piccoli ospiti, nonostante questi drastici cambiamenti continuino a venire a rifocillarsi alle mie mangiatoie anche se già so che fotografarli sarà praticamente impossibile.

(cliccando sulla foto potete vedere la mia piccola galleria)

Libellule

Questa pausa forzata dalla fotografia mi ha spinto a mettere un po’ di ordine tra le tante foto mai elaborate

Chissà se succede a tutti di avere “nel cassetto” tanto materiale che neppure ricordava?

Ho iniziato da un classico della stagione visto che, almeno nella mia zona, è proprio questo il periodo in cui le libellule sono più numerose. Purtroppo sono sempre riuscita a trovare solo delle Sympetrum ma, anche se comuni, i loro colori sono davvero splendidi.

(cliccando sulla foto potete vedere la mia piccola galleria)